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BIM obbligatorio nelle opere pubbliche? Ecco la situazione in Italia dopo il nuovo Codice appalti e l’evoluzione negli altri paesi d’Europa

Il 19 aprile 2016 è entrato in vigore il nuovo Codice appalti (dlgs 50/2016), che riscrive la disciplina dei contratti pubblici sul territorio italiano.

Data:
1 Giugno 2016

Il 19 aprile 2016 è entrato in vigore il nuovo Codice appalti (dlgs 50/2016), che riscrive la disciplina dei contratti pubblici sul territorio italiano.

Uno degli obiettivi del nuovo Codice è senz’altro quello di favorire il progressivo utilizzo di strumenti elettronici, come la modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, nel cui ambito rientra il BIM (Building Information Modeling). L’art. 23 comma 13 del Codice prevede esplicitamente che le stazioni appaltanti possano già richiedere per le nuove opere e per interventi di recupero, in maniera prioritaria per gli interventi più complessi, l’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture (il BIM).

BIM obbligatorio, cosa prevede il nuovo Codice appalti

Il nuovo Codice definisce, sempre all’art. 23 comma 13, le caratteristiche che devono avere gli strumenti elettronici specifici:

  • si deve trattare di piattaforme interoperabili
  • occorre utilizzare formati di file aperti e non proprietari

Lo scopo è ovviamente quello di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie.

L’uso dei metodi e strumenti elettronici, inoltre, può essere richiesto soltanto dalle stazioni appaltanti dotate di personale adeguatamente formato.

Quando sarà obbligatorio?

Il nuovo Codice appalti non prevede ancora l’obbligatorietà dell’uso del BIM, ma spinge all’utilizzo progressivo del BIM, come abbiamo visto prima.

Tuttavia, il BIM e gli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture diventeranno comunque obbligatori: il Codice, infatti, prevede che entro il 31 luglio 2016 sia adottato un decreto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con cui saranno definiti modalità e tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà dei suddetti metodi presso le stazioni appaltanti, le amministrazioni concedenti e gli operatori economici, valutata in relazione alla tipologia delle opere da affidare e della strategia di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e del settore delle costruzioni.

L’utilizzo di tali metodologie costituirà, inoltre, parametro di valutazione dei requisiti premianti.

BIM e appalti, il punto della situazione in Europa

Analizziamo il punto della situazione per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia BIM in alcuni Paesi membri dell’Unione europea.

Inghilterra

Il Regno Unito è uno dei Paesi più attivi per quanto riguarda l’utilizzo del BIM.  Già nel 2000 è stata avviata l’AEC (UK) CAD Standards Initiative, ricostituita nel 2009 per far fronte alla necessità nel settore dell’AEC del Regno Unito di uno standard per un ambiente di progettazione BIM.

Il Governo sta attuando un piano al fine di rendere obbligatorio l’utilizzo del BIM per la realizzazione di opere pubbliche.

Francia

La Francia già nel 2014 ha proposto l’uso del BIM.

Nel 2015 il Ministero per l’Abitazione (Sylvia Pinel) ha finanziato una serie di progetti pilota in ambito BIM e costruzioni. Dal 2017 dovrebbe diventare obbligatorio per i progetti finanziati dallo Stato.

Spagna

Non è stata ancora definita nessuna data precisa per l’utilizzo del BIM come un obbligo di legge, anche se le discussioni si concentreranno su un mandato graduale per i diversi settori con un possibile punto di partenza dal 2018.

Norvegia

In Norvegia l’utilizzo del BIM è stato promosso dal Norwegian Directorate of Public Construction and Property (Statsbygg), l’Ente che si occupa di costruzione, gestione e sviluppo degli immobili nel settore pubblico. Nel 2013 lo Statsbygg ha pubblicato lo “Statsbygg BIM Manual”, con lo scopo di illustrare i requisiti necessari per l’adozione del BIM e del formato IFC.

La progettazione di opere pubbliche è consentita unicamente mediante un approccio BIM-Based.

Danimarca

In Danimarca il primo approccio alla realtà BIM risale al 2006 con la pubblicazione del 3D Working Method e il 3D CAD Manual riguardanti le modalità di creazione, interscambio e riutilizzo dei modelli tridimensionali nelle diverse fasi progettuali.

Finlandia

La Finlandia è uno dei primi Paesi europei a sperimentare il BIM per il progetto e la realizzazione delle opere pubbliche. Il BIM è una realtà già conosciuta e consolidata.

Dal 2001 la Senate Properties, l’azienda governativa responsabile del patrimonio immobiliare dello stato finlandese, ha iniziato ad utilizzare dei progetti pilota per sviluppare e studiare un numero significativo di modelli parametrici BIM. Il tutto è disciplinato dalle Common BIM Requirements 2012.

Svezia

In Svezia l’uso del BIM per i progetti pubblici non è obbligatorio, ma  le aziende hanno investito già da tempo nella tecnologia BIM.

Nel 2010 lo Swedish Standards Institute, tramite un gruppo di 7 società di costruttori in collaborazione con SBUF (Svenska Byggbranschens Utvecklingsfond, organizzazione svedese che si occupa di ricerca e sviluppo nel settore delle costruzioni), ha sviluppato una guida pratica, dal titolo BIM för Byggmästare, che aiuta le piccole e medie imprese ad affacciarsi alla nuova metodologia BIM ed utilizzarla nei loro progetti.

Ultimo aggiornamento

13 Maggio 2016, 00:15